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Strasburgo (ANSA) – Viktor Orban contro tutti. L’atteso intervento del premier ungherese al Parlamento europeo si è trasformato, come da programma, in un grande ring. Le priorità della presidenza del semestre di turno sono passate in secondo piano, travolte da un lancio di reciproche accuse, con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, insolitamente impegnata a puntare il dito contro il suo più acerrimo avversario interno.

Il premier magiaro ha iniziato il suo intervento con il freno a mano tirato, indicando le falle di un’Europa da cambiare e la buona volontà di una presidenza ispirata dal Rapporto Draghi. Competitività, agricoltura, migranti, allargamento: Orban ha elencato le sue priorità, usando il pugno di ferro sul dossier migranti. “L’unica soluzione – ha scandito – sono gli hotspot esterni all’Ue. Altrimenti gli immigrati clandestini non lasceranno mai l’Europa. Persone che hanno portato violenza, antisemitismo, omofobia”.

Subito dopo Orban a prendere la parola è stata von der Leyen. “L’Ungheria va in una direzione contraria al mercato unico, ha aperto le porte a russi e cinesi e liberato prima dello sconto della pena contrabbandieri e trafficanti”, ha tuonato la presidente. “C’è ancora chi dà la colpa della guerra non all’invasore ma all’invaso. Mi domando: sarebbe stata data la colpa agli ungheresi per l’invasione sovietica del 1956? Possiamo avere storie e lingue diverse in Europa, ma non c’è lingua in cui pace è sinonimo di resa”.

A incendiare ulteriormente la Plenaria ci ha pensato il botta e risposta tra Ilaria Salis e Orban. “L’Ungheria è un regime repressivo e autoritario. Sono stata detenuta preventivamente per 15 mesi e sono qui solo grazie alla solidarietà di migliaia di cittadini antifascisti”, ha sottolineato l’eurodeputata di Avs tra gli applausi della Sinistra, che poco prima aveva intonato ‘Bella Ciao’. “Trovo assurdo che chi ha picchiato con delle sbarre di ferro persone pacifiche parli di diritto”, ha replicato Orban, che ha bollato il dibattito come “intifada politica” (9 ottobre).

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