Strasburgo (ANSA) – Il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione negoziale sul nuovo regolamento Ue per l’Intelligenza artificiale. Con il primo sì inizia la fase negoziale con il Consiglio e la Commissione per arrivare all’intesa finale. Le nuove norme mirano a garantire che l’IA sviluppata e utilizzata in Europa sia conforme con i diritti e i valori europei.
Le nuove regole seguono un approccio basato sul rischio e stabiliscono una serie obblighi per fornitori e operatori dei sistemi di IA tra cui il rispetto del divieto totale all’utilizzo di: sistemi di IA che usano la pratica del punteggio sociale, ovvero la classificazione delle persone in base al loro comportamento sociale o alle loro caratteristiche personali; sistemi di identificazione biometrica remota “in tempo reale” in spazi accessibili al pubblico; sistemi di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili come ad esempio genere, razza, etnia, cittadinanza, religione, orientamento politico; sistemi di polizia predittiva, ovvero basati su profilazione, ubicazione o comportamenti criminali passati; sistemi di riconoscimento delle emozioni utilizzati dalle forze dell’ordine, nella gestione delle frontiere, nel luogo di lavoro e negli istituti d’istruzione; estrazione non mirata di dati biometrici da Internet o da filmati di telecamere a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale.
Al di fuori dell’insieme di casi in cui l’utilizzo dell’IA è vietata, il regolamento definisce ad alto rischio – e quindi da sottoporre a rigoroso monitoraggio – i sistemi di IA utilizzati per influenzare gli elettori nelle elezioni. I sistemi di IA generativa come Chat GPT dovranno invece rispettare nuovi requisiti di trasparenza, come per esempio imporre la dichiarazione che il contenuto è stato generato dall’IA, aiutando così a distinguere le cosiddette immagini deep-fake da quelle reali, e fornire salvaguardie per evitare la generazione di contenuti illegali (14 maggio).
L’Ue si unisce al lutto italiano per la morte di Silvio Berlusconi
Bruxelles (ANSA) – La Commissione europea si unisce al lutto italiano per la morte di Silvio Berlusconi. Questa mattina le bandiere europee poste all’ingresso di Palazzo Berlaymont, il quartier generale dell’esecutivo Ue, sono state issate a mezz’asta in occasione dei funerali di Stato per l’ex presidente del Consiglio. Anche il Parlamento europeo, come annunciato ieri dalla sua presidenza, ha issato le bandiere a mezz’asta in segno di lutto in tutte e tre le sue sedi di Strasburgo, dove si trova questa settimana riunito in sessione plenaria, Bruxelles e Lussemburgo. Allo stesso modo, le due sedi del Pe in Italia, a Roma e Milano, hanno la bandiera giallo-blu e quella italiana a mezz’asta. ricordato con una commemorazione ad hoc all’ingresso della Plenaria.
Ieri a Strasburgo si è tenuta una cerimonia di commemorazione che ha visto il centrodestra unito nel segno del suo ex leader, ma alla quale hanno scelto di partecipare i rappresentanti di tutte le delegazioni italiane. E’ stata la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ad aprire la cerimonia. “Berlusconi ha contribuito a passaggi cruciali della storia europea e dell’Italia. Mai troppo lontano dalle polemiche anche in questa casa ma tutti qui lo ricordano per la sua generosità, il suo carisma. La storia discuterà il suo impatto ma l’uomo ha lasciato il segno”, sono state le parole della maltese. Al suo fianco il leader del Ppe Manfred Weber e il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto. “Berlusconi ha tracciato un solco nell’Ue, tocca a noi dargli continuità”, ha sottolineato il ministro (14 giugno).
È caos sulla proposta di regolamento per il ripristino della natura
Bruxelles (ANSA) – Finisce nel caos il voto della commissione Ambiente sulla proposta di regolamento per il ripristino della natura, il primo provvedimento del Green Deal a concreto rischio bocciatura. E gli occhi di tutti sono puntati sul Consiglio dei ministri dell’ambiente del 20 giugno, che dovrebbe adottare la sua posizione in merito, sinistro presagio per un Green Deal alle prese con una crisi di legittimità nell’Ue e nelle capitali nazionali. Per ora la “spallata” al provvedimento non c’è stata. È mancata la maggioranza a favore del rifiuto integrale del regolamento chiesta da Conservatori (Ecr), Popolari (Ppe), liberali olandesi e tedeschi parte di Renew.
“Questo era l’obiettivo più importante”, è stata la sintesi del presidente della commissione Pascal Canfin. Per il resto, è andata in scena una commissione paralizzata, divisa esattamente a metà (44 contro 44), che ha dovuto rimandare il voto finale al 27 giugno perché 3 ore non sono bastate a esaurire gli oltre 2.500 emendamenti sul tavolo, esaminati uno per uno dopo il fallimento dei compromessi sui punti principali del regolamento. “Dobbiamo fare un’analisi su quello che abbiamo votato, il testo potrebbe essere contraddittorio perché bastava l’assenza momentanea di un deputato per votare emendamenti contrastanti”, ha spiegato Canfin. (15 giugno).
L’Ue a Google, ‘venda parte dei suoi servizi pubblicitari’
Bruxelles (ANSA) – La Commissione europea ordina a Google “la cessione obbligatoria” di parte dei suoi servizi pubblicitari online per porre fine ai problemi di concorrenza rilevati nel settore. Al termine di un’indagine preliminare avviata nel giugno 2021, l’Antitrust Ue ha recapitato una comunicazione di addebiti a Mountain View, imputando alla società di aver “violato le norme Ue” abusando del suo dominio nella filiera della tecnologia pubblicitaria (‘ad tech’). Bruxelles contesta a Google di favorire i propri servizi ‘display’ (come banner e video) a scapito di concorrenti, inserzionisti ed editori online. In via preliminare, Bruxelles rileva che, almeno dal 2014, Google ha abusato della sua posizione dominante sul mercato ad tech favorendo i suoi strumenti pubblicitari come AdX, una delle principali piattaforme per le aste, Google Ads e DV360.
“Google ha una posizione di mercato molto forte nel settore della tecnologia pubblicitaria online. Raccoglie i dati degli utenti, vende spazi pubblicitari e funge da intermediario pubblicitario online. E’ presente a quasi tutti i livelli della cosiddetta filiera ad tech”, ha evidenziato la vicepresidente Ue responsabile per la Concorrenza, Margrethe Vestager, sottolineando che “la preoccupazione” emersa dall’indagine preliminare Ue è che “Google possa aver utilizzato la sua posizione di mercato per favorire i propri servizi di intermediazione”, arrecando un danno “non solo ai concorrenti” diretti di Mountain View, “ma anche gli interessi degli editori, aumentando anche i costi per gli inserzionisti”. Se i risultati saranno confermati, “le pratiche di Google sarebbero illegali ai sensi delle nostre regole sulla concorrenza”, ha sottolineato Vestager.
In questo caso, davanti a un “conflitto di interessi intrinseco”, Bruxelles indica che ordinare “un rimedio comportamentale” sarebbe “probabilmente inefficace per prevenire il rischio che Google continui tali comportamenti preferenziali o ne intraprenda di nuovi”. Per questo, “l’opinione preliminare” dei servizi antitrust “è che solo la cessione obbligatoria” da parte di Mountain View “di parte dei suoi servizi risolverebbe i problemi di concorrenza”. Le condotte di Google nella filiera dell’ad tech hanno “dimensioni mondiali”, ha spiegato ancora Vestager, riferendo che i suoi servizi hanno agito sostenuti anche dalle autorità di Francia, Danimarca, Italia e Portogallo, oltre ad aver tenuto contatti regolari con il dipartimento della giustizia degli Stati Uniti e l’authority competente nel Regno Unito.
Anche se i rispettivi apparati funzionano in modo “diverso”, “condividiamo la stessa visione sulla concorrenza” e questo caso “mostra i benefici di una cooperazione transatlantica molto forte”, ha evidenziato la responsabile della Concorrenza Ue. “Non condividiamo il punto di vista della Commissione europea e risponderemo di conseguenza” ha replicato il vicepresidente di Google per i servizi pubblicitari globali, Dan Taylor. “I nostri strumenti di tecnologia pubblicitaria – ha detto – aiutano i siti web e le app a finanziare i propri contenuti e consentono alle aziende di tutte le dimensioni di raggiungere in modo efficace nuovi clienti” (14 maggio).
Monito Ue al Kosovo, ‘pronte misure con effetto immediato’
Bruxelles (ANSA) – L’Ue ha proposto “un ampio spettro di misure”, alcune delle quali già introdotte, come ritorsione alla risposta, giudicata inadeguata, del premier kosovaro, Albin Kurti, ai “ripetuti appelli” di Bruxelles e Washington a “intraprendere passi decisivi per ridurre le tensioni” nel nord del Kosovo. Il monito è arrivato per bocca di Peter Stano, portavoce dell’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, il quale ha chiarito che non si tratta di sanzioni “intese come misure restrittive”, ma di provvedimenti “con effetto immediato”, di natura temporanea e reversibile “a seconda degli sviluppi sul terreno e dei passi credibili e decisivi intrapresi da Kurti per ridurre le tensioni”.
Il cartellino giallo comminato dall’Ue prevede “la sospensione di visite e contatti di alto livello” ed il congelamento del sostegno economico a Pristina. Nel mirino di Bruxelles, anche la Serbia di cui si stanno monitorando “da vicino gli adempimenti alle nostre richieste legate alle ultime tensioni”, ha spiegato ancora Stano, rigettando le accuse di parzialità dell’Ue nella disputa tra Pristina e Belgrado ai danni del Kosovo. “L’Ue è un mediatore onesto” ha rimarcato il portavoce, ed è pronta a “prendere delle misure” nel caso in cui Belgrado non dovesse ottemperare alle “richieste di ridurre le tensioni” (14 giugno).
Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.