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Bruxelles (ANSA) – Il summit Ue-Ucraina chiude la due giorni di fratellanza tra Kiev e Bruxelles. Charles Michel e Ursula von der Leyen, rispettivamente capo del Consiglio Europeo e numero uno della Commissione, si complimentano con Volodymyr Zelensky e “il popolo ucraino” per la determinazione con cui stanno combattendo i russi nonché, al contempo, perseguire il cammino di adesione all’Ue. “Il vostro destino è con noi”, ha tagliato corto Michel. Zelensky ha ringraziato ma ha poi chiesto segnali tangibili, come “l’apertura dei negoziati entro l’anno” – un’accelerazione che potrebbe creare qualche malumore a Bruxelles.

Secondo una relazione della Commissione, che prende in esame 32 macro-aree, l’Ucraina è ancora sostanzialmente indietro nell’allineamento del suo ordinamento all’acquis comunitario. In primavera von der Leyen ha promesso una valutazione “orale” sui passi avanti compiuti sinora mentre invece il test vero arriverà il prossimo autunno, nell’ambito del processo valido anche per Moldavia e Georgia. “La Commissione vi sosterrà ad ogni passo, registreremo ogni miglioramento e va notato che state facendo tutto questo nel pieno di una guerra”, ha notato von der Leyen, che si è detta “certa” che l’Ucraina manterrà “il ritmo” sulle riforme.

Il summit ha toccato altri punti chiave, come testimonia la dichiarazione congiunta. “L’Ue – si legge in un passaggio – intensificherà il suo impegno per l’utilizzo dei beni congelati dalla Russia per la ricostruzione dell’Ucraina e a scopo di riparazione, in conformità con il diritto europeo e il diritto internazionale”. Poi c’è la guerra. Zelensky ha ringraziato per l’aiuto ricevuto ma si è pure tolto qualche sassolino dalle scarpe: “Sento il sostegno dei vertici dell’Ue, ma non di tutti i Paesi Ue”. Il presidente è quindi tornato a chiedere nuove misure restrittive per la Russia e su questo i vertici Ue hanno promesso una stretta “cooperazione”. “La mia priorità – ha sottolineato – è ottenere armi di lungo raggio per liberare il Donbas e porre fine al conflitto” (3 febbraio).

Meloni e Scholz uniti su Kiev, resta il nodo sugli aiuti di Stato

Stoccolma (ANSA) – Piena sintonia in politica estera, a partire dal sostegno all’Ucraina. E anche sui migranti, nella convinzione che l’Europa debba agire “assieme”. Ma restano le distanze sulla risposta da dare al piano anti-inflazione americano, nonostante la volontà espressa esplicitamente di cercare “soluzioni comuni”. Giorgia Meloni entra per la prima volta da premier nel palazzo della Cancelleria e viene accolta da Olaf Scholz con parole che mostrano la volontà, “forte” da entrambi i lati, di rafforzare le relazioni tra Roma e Berlino. Anche se questo non impedisce a Scholz di mantenere il punto sugli aiuti di Stato, che danno “possibilità di azione” per mantenere le imprese europee competitive.

L’Italia predica invece “cautela” sullo strumento degli aiuti di Stato, che rischia di svantaggiare i Paesi ad altissimo debito e di conseguenza minori margini fiscali. Meloni lo conferma al termine dell’incontro con Scholz dopo averlo puntualizzato da Stoccolma, prima tappa del suo mini-tour europeo in preparazione del Consiglio straordinario a Bruxelles della prossima settimana. Meglio, visto da Roma, rendere più “flessibile” l’utilizzo delle risorse già stanziate, dai fondi di Coesione (quelli non spesi dell’ultima programmazione e quelli del nuovo ciclo), il Repower Eu e anche il Pnrr che, ribadisce la premier italiana, “può essere meglio indirizzato, su alcune parti, per le priorità che abbiamo adesso”.

L’importante è dare risposte “veloci”, mentre si spera che maturi anche l’idea di introdurre un nuovo “fondo sovrano” per sostenere le imprese del Vecchio continente. Da parte italiana si registra con favore un’apertura, da parte della Germania, ad evitare la “competizione tra Stati” e non entrare “in una gara mondiale di sussidi”, perché sarebbe divisivo. La parola chiave, insomma, è “flessibilità” e ricerca di un’intesa europea che non penalizzi nessuno. Anche se per Berlino si parte dalla proposta della Commissione che ha “spunti positivi”, cui vanno semmai apportati “alcuni miglioramenti” (3 febbraio).

Consiglio d’Europa, Italia ritiri decreto su Ong

Strasburgo (ANSA) – “Il governo italiano deve considerare la possibilità di ritirare il decreto legge” sulle Ong oppure adottare durante il dibattito parlamentare tutte le modifiche necessarie “per assicurare che il testo sia pienamente conforme agli obblighi del Paese in materia di diritti umani e di diritto internazionale”. È quanto chiesto da Dunja Mijatovic, commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, in una lettera inviata al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, il 26 gennaio scorso.

Mijatovic osserva di “essere preoccupata che alcune delle regole contenute nel decreto ostacolino la fornitura di assistenza salvavita da parte delle Ong nel Mediterraneo centrale”. In particolare, secondo la commissaria, le disposizioni del decreto, prevedendo che le navi debbano raggiungere senza indugio il porto assegnato per lo sbarco di chi è stato salvato, “come già accaduto impedisca alle Ong di effettuare salvataggi multipli in mare, costringendole a ignorare altre richieste di soccorso nell’area se hanno già delle persone a bordo”.

I timori espressi da Mijatovic per le conseguenze che il decreto sulle Ong potrebbe avere sulla loro capacità di salvare vite nel Mediterraneo e sulle persone salvate sono infondati. È quanto si evidenzia nella lettera di risposta inviata dal governo italiano a Mijatovic, secondo quanto apprende l’ANSA. “A differenza di quanto asserito le nuove disposizioni non impediscono alle Ong di effettuare più interventi di salvataggio, né le obbligano, men che meno, a ignorare eventuali richieste d’aiuto se hanno già preso a bordo altre persone”, si legge nella lettera del governo.

“Ciò che la nuova norma intende evitare è piuttosto la sistematica attività di recupero dei migranti nelle acque antistanti le coste libiche e tunisine al fine di condurli esclusivamente in Italia, senza alcuna forma di coordinamento”, si specifica, aggiungendo che “tale condotta, diffusa tra le Ong, si pone al di fuori di quanto previsto dalle convenzioni internazionali sul soccorso in mare” (2 febbraio).

Parigi e Berlino volano a Washington, ‘asse su aiuti di Stato’

Bruxelles (ANSA) – L’asse Parigi-Berlino coglie al balzo la proposta della Commissione europea di aprire i rubinetti degli aiuti di Stato per rispondere all’Inflation Reduction Act (Ira) degli Usa e lancia l’offensiva. Il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, e l’omologo tedesco Robert Habeck martedì voleranno a Washington per chiedere “trasparenza” all’amministrazione di Joe Biden, impegnata a dispiegare il suo pacchetto da 370 miliardi di dollari di sussidi per la transizione energetica americana, inclusi tagli fiscali per auto elettriche e batterie prodotte negli Stati Uniti.

Nel giro di colloqui con i segretari al Commercio e al Tesoro degli Stati Uniti, Gina Raimondo e Janet Yellen, Le Maire e Habeck chiederanno che il governo americano condivida l’importo e i beneficiari degli aiuti in un “meccanismo di trasparenza reciproca”. “Dobbiamo essere realistici, l’Ira è un punto di svolta”, ha detto Le Maire prima del viaggio, sottolineando che la legge americana “offre vantaggi competitivi che, insieme ai prezzi dell’energia molto bassi negli Stati Uniti, rappresentano un rischio per le industrie europee”. La sfida, per il rappresentate di Bercy, “è riuscire a sviluppare insieme, negli Stati Uniti e in Europa, un’industria verde efficiente e competitiva, la più innovativa del pianeta” (5 febbraio).

Via libera di Ue e G7 al price cap sui derivati del petrolio russo

Bruxelles (ANSA) – L’Unione europea e il G7 hanno adottato in via definitiva l’accordo sul price cap per i prodotti petroliferi raffinati russi trasportati via mare verso i Paesi terzi. L’intesa, licenziata nella serata di ieri dagli ambasciatori dei Ventisette, prevede una soglia di 100 dollari al barile per i prodotti raffinati di alta qualità, come il diesel, e di 45 per i prodotti di bassa fascia, come la nafta. La misura entrerà in vigore domani. Il cap si aggiunge a quello già approvato sul petrolio russo (fissato a 60 dollari al barile), in vigore dal dicembre 2022. 

Il price cap sui prodotti petroliferi russi “è stato concordato con i nostri partner del G7 ed eroderà ulteriormente le risorse di Putin per fare la guerra. Entro il 24 febbraio, a esattamente un anno dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, miriamo a mettere in atto il decimo pacchetto di sanzioni” ha commentato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “Stiamo facendo pagare a Putin la sua atroce guerra – ha aggiunto -. La Russia sta pagando un prezzo pesante, le nostre sanzioni stanno erodendo la sua economia, facendola arretrare di una generazione” (4 febbraio).

L’interrogatorio di Panzeri scuote il Qatargate, Kaili rinnega le accuse

L’interrogatorio di Panzeri scuote il Qatargate, Kaili rinnega le accuse – EFE/EPA/STEPHANIE LECOCQ

Bruxelles (ANSA) – Dopo l’accordo da pentito con la giustizia belga, l’ex eurodeputato Antonio Panzeri, al centro dello scandalo Qatargate, “ha parlato e sono certo che abbia accusato falsamente la signora Kaili”. Lo dice Michalis Dimitrakopuolos, l’avvocato dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, in carcere dal 9 dicembre scorso, parlando all’ANSA. “E’ un paradosso giuridico belga che i criminali che confessano e si pentono vengano graziati e coloro che lottano per la loro innocenza siano in prigione, minando la presunzione di innocenza”, dice il legale, confermando anche la “tortura” subita dalla politica greca in cella.

“Il rischio di arresto” per i due eurodeputati Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, privati dell’immunità politica per il loro presunto coinvolgimento nel Qatargate, “è significativo”. Lo ha detto Laurent Kennes, l’avvocato dell’ex eurodeputato Antonio Panzeri, in carcere dal 9 dicembre scorso e ora collaboratore di giustizia, interpellato dall’ANSA sugli ultimi sviluppi del caso. “Presumo che saranno convocati presto. E il rischio di arresto è significativo, ma questo è del tutto indipendente dalla difesa del mio cliente e non cambia la sua situazione”, ha evidenziato (4 febbraio).

Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.