Bruxelles/Roma (ANSA) – Tra le colline della Scozia Sud-Occidentale si è chiusa la partita sui dazi di Ue e Usa. Il presidente americano Donald Trump e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen hanno trovato l’intesa su una tariffa del 15% per le importazioni europee oltreoceano.
Il cuore dell’intesa è l’aliquota doganale del 15%. Lo schema include la clausola della ‘nazione più favorita’ (Mfn) – garanzia di parità e non discriminazione nel quadro della World Trade Organization – che stabilisce la tariffa media reciproca del 4,8% nel commercio transatlantico, valida nel pre-Trump.
Nessuna concessione per i metalli industriali: i dazi Usa del 50% restano in vigore. Un pugno duro già visto nel 2018, quando il tycoon applicò tariffe rispettivamente del 25 e 10% ai comparti, provocando una reazione a catena: le contromisure continentali per 2,8 miliardi di euro colpirono prodotti simbolici come bourbon, Levi’s e Harley-Davidson.
Andrà meglio all’automotive sostenuto dal pressing costante delle ammiraglie tedesche. Il settore, inclusa la filiera della componentistica, strappa un allentamento del dazio al 27,5%, con l’armonizzazione alla soglia del 15%. Una tariffa ancora robusta, ma che ridà ossigeno a uno dei comparti più strategici per l’export continentale.
L’aliquota flat si estende anche alla filiera agricola assorbendo i dazi preesistenti. Diverso il destino del vino che, salvo un’esenzione ancora da confermare, rischia un incremento dei dazi rispetto all’attuale soglia del 2,5%. Anche il comparto sanitario – farmaci, vaccini e dispositivi essenziali – e i semiconduttori si ferma a quota 15.
Dazi zero sono previsti per alcuni dei settori più sensibili e ad alta intensità tecnologica: aerei civili, robotica avanzata e macchinari industriali. In particolare, l’industria aerospaziale, segnata dal contenzioso tra il colosso franco-europeo Airbus e l’americana Boeing, beneficia di un tacito accordo di non belligeranza.
Sul piatto Usa anche il rafforzamento dell’impegno europeo negli acquisti di armamenti a stelle e strisce, accompagnato da 600 miliardi di dollari di investimenti oltreoceano e 750 miliardi in forniture energetiche americane, gnl in testa, nei prossimi tre anni (27 luglio).
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