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Commentando i risultati del vertice dell’Unione Europea a Bruxelles, il primo ministro Donald Tusk ha dichiarato venerdì che, sebbene i leader dell’UE non siano riusciti a attingere direttamente ai beni russi congelati per finanziare l’Ucraina, il prestito dell’Unione a questo scopo sarà comunque rimborsato da Kiev con i soldi della Russia.

Il primo ministro ha sottolineato che, grazie all’accordo raggiunto dai leader dell’UE, l’Ucraina riceverà 90 miliardi di euro, grazie ai quali potrà avviare i negoziati con la Russia sulla pace o sul cessate il fuoco con “argomenti forti”.

I fondi per il finanziamento dell’Ucraina negli anni 2026 e 2027 non proverranno, come inizialmente sperava una parte degli Stati membri, dai cosiddetti prestiti riparatori utilizzando i beni russi congelati, ma da un prestito proveniente dal bilancio dell’UE. Come ha detto il primo ministro Tusk, si tratta di fondi dalla riserva flessibile di bilancio dell’Unione Europea, il cosiddetto headroom. Il primo ministro ha sottolineato che questo prestito dovrebbe essere rimborsato dall’Ucraina con le riparazioni russe che Kiev riceverà dopo la fine della guerra. Se Mosca non vorrà pagare le riparazioni, per rimborsare il prestito da parte dell’Ucraina verranno utilizzati proprio i beni russi congelati.

Il primo ministro ha sottolineato che i beni russi verranno comunque utilizzati, solo che come garanzia per il prestito. – Cioè, noi riavremo indietro questi soldi dall’Ucraina, e l’Ucraina rimborserà il prestito all’Unione Europea quando riceverà le riparazioni finanziate dai beni russi congelati – ha spiegato Tusk.

Il primo ministro ha sottolineato che si tratta di una decisione che non comporterà conseguenze finanziarie per gli Stati membri, perché questa riserva nel bilancio dell’UE esiste già. – Per dirla in parole nostre, la Polonia non dovrà contribuire ulteriormente a questa iniziativa – ha assicurato.

Tusk ha osservato che, sebbene Ungheria, Cechia e Slovacchia siano state indicate come Stati che saranno escluse dal prestito, perché solo così si è riusciti a convincerle a sostenere l’accordo che richiedeva l’unanimità, esse comunque – di fatto – vi aderiranno nella stessa misura di qualsiasi altro paese membro. – Il prestito proviene da una riserva stabilita e finanziata da tempo da tutti gli Stati membri. Indipendentemente da quanto a cechi, ungheresi e slovacchi stesse a cuore che ci fosse una formulazione che mostrasse che loro non c’entrano nulla, in pratica la loro partecipazione è la stessa degli altri – ha valutato il primo ministro.

Tusk ha ammesso che all’accesso diretto dell’Unione Europea ai soldi russi si opponeva soprattutto il Belgio, dove è depositata la maggior parte dei beni della Russia – e il cui primo ministro Bart de Wever è stato il “principale freno”. – Abbiamo ottenuto una soluzione che ha annullato parte degli argomenti di paesi come il Belgio e allo stesso tempo ha dato loro un senso di sicurezza, che non saranno esposti a conseguenze finanziarie e giuridiche per l’accesso ai beni russi – ha detto Tusk.

Durante il vertice di giovedì a Bruxelles, i leader dell’UE hanno discusso su come trovare un modo per finanziare l’Ucraina negli anni 2026-27. Secondo le stime della Commissione Europea e del Fondo Monetario Internazionale, per questo scopo sono necessari 137 miliardi di euro, di cui due terzi l’Unione Europea si è impegnata a coprire. La Commissione Europea ha proposto due soluzioni: un prestito dell’UE e l’utilizzo dei cosiddetti prestiti riparatori, garantiti dai beni russi congelati, a cui fin dall’inizio si è opposto più rumorosamente il Belgio. (19.12.2025)