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Bruxelles (ANSA) – La Commissione europea ha adottato il pacchetto annuale sull’allargamento che fornisce una valutazione dei progressi compiuti da tutti gli Stati che aspirano ad entrare in Ue nei rispettivi percorsi di adesione. Duro il giudizio sulla Georgia cui un anno fa è stato concesso lo status di paese candidato. “La linea di condotta intrapresa dal governo mette a repentaglio il percorso della Georgia verso l’Ue, arrestando di fatto il processo di adesione”.

A meno che Tbilisi “non inverta” tale orientamento e “non dimostri sforzi tangibili per affrontare le questioni in sospeso e le riforme chiave, la Commissione non sarà in grado di prendere in considerazione la possibilità di raccomandare l’apertura dei negoziati con la Georgia”, indica l’esecutivo nel rapporto. Procede, invece, senza intoppi, l’esame analitico dell’acquis comunitario per Ucraina e Moldavia.

A condizione che Kiev e Chișinău soddisfino tutte le condizioni, la Commissione auspica l’apertura dei negoziati sui cluster, a partire dai fondamentali, il prima possibile nel 2025. Sviluppi positivi anche per Montenegro e Albania, con Palazzo Berlaymont che si dice pronto a sostenere l’obiettivo dei governi di chiudere i negoziati di adesione rispettivamente entro la fine del 2026 ed entro la fine del 2027.

Per quanto riguarda la Serbia, la Commissione osserva come “i frequenti cicli elettorali” abbiano avuto “un impatto negativo sulla continuità e sulla velocità dei progressi delle riforme legate all’adesione all’Ue” e dice di aspettarsi “in via prioritaria” che Belgrado “migliori il suo allineamento con la politica estera e di sicurezza dell’Ue, comprese le misure restrittive” e che “eviti azioni e dichiarazioni contrarie alle posizioni dell’Ue in materia di politica estera”.

“Il percorso verso l’apertura di ulteriori cluster con la Serbia – aggiunge – dipenderà in particolare dai progressi e dal ritmo delle riforme dello Stato di diritto e dalla normalizzazione delle relazioni con il Kosovo”. La Macedonia del Nord, che ha completato la fase di screening preliminare all’apertura dei capitoli negoziali, dovrà continuare ad attuare le riforme, in particolare quelle relative al sistema giudiziario e alla lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata.

Risultati tangibili sono stati dimostrati dalla Bosnia-Erzegovina, stando alla Commissione, secondo cui tuttavia questo “slancio positivo” è stato “ostacolato” dagli “sviluppi verificatisi in Republika Srpska” (l’entità della Bosnia a maggioranza serba), inclusa la “continua retorica secessionista”.

Palazzo Berlaymont si dice inoltre disponibile a preparare un parere sulla domanda di adesione presentata dal Kosovo nel dicembre 2022 non appena il Consiglio lo richiederà. Le autorità di Pristina sono invitate a rafforzare lo stato di diritto e la Pa e a proteggere la libertà di espressione.

Nel rapporto si evidenzia infine un “graduale riavvio” delle relazioni tra l’Ue e Ankara e i “passi concreti” verso scambi costruttivi su questioni di interesse comune, ma la Commissione osserva che la Turchia, con cui i negoziati di adesione sono congelati dal 2018, non ha invertito la tendenza negativa osservata negli ultimi anni al continuo deterioramento degli standard democratici (30 ottobre).

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