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Roma (ANSA) – L’Ue vuole inviare un nuovo e compatto segnale di condanna alla Russia per l’invasione dell’Ucraina. Il piano, anticipato dal Financial Times, prevede la sospensione dell’accordo sui visti con Mosca, da discutere al consiglio dei ministri degli esteri martedì a Praga, che detiene la presidenza di turno. Con un duplice obiettivo: da un lato, limitare il numero di ingressi ai cittadini russi, e dall’altro venire incontro alle richieste dei Paesi del nord-est, che spingono per un bando totale. Il tema dello stop ai visti turistici è stato posto da tempo dai Paesi più vicini fisicamente alla Russia. La Repubblica Ceca e la Polonia hanno bloccato l’emissione di visti poco dopo l’invasione dell’Ucraina, mentre l’Estonia si è spinta oltre, decidendo di vietare l’ingresso ai russi con visti Schengen rilasciati da Tallinn. Altri però hanno continuato a garantire i documenti di viaggio, consentendo ai russi con visti di circolare liberamente nell’area Schengen e di aggirare i bandi emessi da alcune capitali.

Parte dell’accordo sui visti sottoscritto nel 2007 da Ue e Russia era stato sospeso alla fine di febbraio e riguardava solo i funzionari del governo e gli uomini d’affari. Ora una sospensione più ampia riguarderebbe il trattamento preferenziale per tutti i russi quando richiedono i pass europei: a loro verrebbero richiesti più documenti rendendo i visti più costosi e allungando i tempi di attesa. Di fatto, scoraggiando i loro spostamenti nell’area Schengen. Quanto a misure più drastiche, come lo stop completo ai visti per tutti i russi, a Bruxelles non sembra al momento esserci consenso. I Paesi scandinavi, ad esempio, sono sensibili a questo tema e chiedono una discussione allargata a tutti i partner. L’Ungheria del premier Viktor Orban (considerato da molti la testa di ponte di Putin in Europa) è nettamente contraria. La Germania ha una posizione più cauta. Il cancelliere Olaf Scholz finora si è detto contrario a negare i lasciapassare ai tutti russi, affermando che in questo modo si punirebbe un popolo per una guerra decisa soltanto dal suo leader. Nei giorni scorsi tuttavia la sua ministra degli esteri, Annalena Baerbock, ha ventilato la possibilità di un compromesso, che “metta d’accordo le legittime preoccupazioni e le posizioni di tutti” i Paesi Ue (28 agosto).

Il prezzo del gas non si ferma, anche l’Europa si muove

Dobbiamo fermare questa follia che sta attualmente imperversando sui mercati energetici

Karl Nehammer, cancelliere dell’Austria

Roma – Bruxelles (ANSA) – Il prezzo del gas vola oltre 340 euro e si attesta un soffio sotto 339 euro. E si trasferisce velocemente sui prezzi dell’elettricità. Sfonda nuovi record in Gran Bretagna, Germania e Francia. In Italia tocca il massimo di 870 euro a megawattora, anche se segna un prezzo medio di 713 euro, oltre 200 euro in più rispetto a sette giorni prima, con un balzo di oltre il 25%. Sono andamenti da allarme rosso. Preoccupano le imprese e i lavoratori. Ma anche le istituzioni. Il governo è al lavoro: da una parte per il piano di emergenza, dall’altra per valutare nuovi sostegni, mentre dalle parti sociali arriva un forte pressing con la richiesta di un decreto.

Anche l’Europa si muove. L’Ue presto convocherà una riunione urgente dei ministri dell’energia ”per discutere le misure di emergenza specifiche per affrontare la situazione energetica”, ha assicurato Petr Fiala, primo ministro della Repubblica Ceca, che guida il turno del semestre europeo. La data sarà fissata la prossima settimana, ma si terrà entro la metà di settembre: l’andamento dei mercati rende chiaro che non può attendere il consiglio informare dell’energia programmato per l’11-12 ottobre a Praga. Sul tavolo non potrà che esserci il nodo del tetto al prezzo del gas, ma soprattutto la valutazione sulla possibilità di svincolare il prezzo dell’energia elettrica dal prezzo massimo del gas, un tema che ha iniziato a prendere spazio nel dibattito sul caro energia.

Il premier Mario Draghi lo ha spiegato bene parlando al Meeting di Rimini: ora l’elettricità arriva anche da altre fonti – come il vento, il sole, l’acqua – e non si può non tenerne conto. Anche il ministro dell’Ambiente tedesco Robert Habeck vuole recidere questo legame. Da ultimo è stato il cancelliere austriaco Karl Nehammer ad invitare l’Ue a “sganciare il prezzo dell’elettricità da quello del gas” per abbassarlo, spiegando che questo argomento è sul tavolo della prossima riunione di emergenza sull’energia. “Il prezzo dell’elettricità deve scendere” e “non si deve lasciare che Putin decida tutti i giorni” per gli europei, ha dichiarato ancora il cancelliere. “Dobbiamo fermare questa follia che sta attualmente imperversando sui mercati energetici”, ha aggiunto, specificando che questo è possibile soltanto nell’ambito di un quadro europeo e non soltanto nazionale (26 agosto). 

Tensioni in Kosovo, raggiunto un accordo tra Pristina e Belgrado sulla libera circolazione

Bruxelles (ANSA) – La mediazione europea disinnesca la crisi per i documenti di viaggio sul complicato asse tra Serbia e Kosovo, dove da fine luglio una fiammata di proteste e una escalation di dichiarazioni stava allarmando non poco la comunità internazionale. L’intesa è stata annunciata dall’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera Josep Borrell: “Abbiamo un accordo. Nell’ambito del dialogo facilitato dall’Ue, la Serbia ha accettato di abolire i documenti di ingresso/uscita per i titolari di carta d’identità del Kosovo e il Kosovo ha accettato di non introdurli per i titolari di carta d’identità serbi”, ha reso noto Borrell.

In questo modo “i serbi del Kosovo, così come tutti gli altri cittadini, potranno viaggiare liberamente tra il Kosovo e la Serbia utilizzando le loro carte d’identità”. Il ‘ministro degli esteri’ Ue si “congratulato con entrambi i leader”, sottolineando con soddisfazione che è stata raggiunta una “soluzione europea”. L’intesa arriva a pochi giorni dall’entrata in vigore, fissata al primo settembre, delle nuove norme sul divieto per i serbi del Kosovo di utilizzare documenti e targhe automobilistiche rilasciati da istituzioni serbe. Il provvedimento aveva provocato proteste e incidenti nel nord del Kosovo a fine luglio ed era stato rinviato di un mese.

“Siamo riusciti a preservare pace e stabilità in Kosovo, e a mantenere i documenti di identità emessi dalla Serbia per la popolazione serba su tutto il territorio della nostra provincia meridionale. Per questo posso dire che si tratta di una notizia importante”, ha detto Petar Petkovic, capo dell’Ufficio governativo serbo per il Kosovo. Soddisfazione per l’accordo sui documenti è stata espressa anche dai leader politici della popolazione serba in Kosovo e da Vladimir Bilcik, relatore sulla Serbia al Parlamento europeo. Resta ancora da risolvere la disputa sulle targhe automobilistiche, il cui divieto per quelle rilasciate dalla Serbia entra in vigore il primo settembre (27 agosto).

Associazioni di giudici europei fanno ricorso contro il via libera al Pnrr della Polonia

Roma (ANSA) – Le quattro principali organizzazioni della magistratura europea hanno presentato ricorso alla giustizia dell’Ue per annullare il via libera dei Ventisette al piano di ripresa e resilienza polacco, concesso a giugno nonostante le presunte carenze di Varsavia, in particolare sul sistema giudiziario e sull’indipendenza della magistratura. Le condizioni stabilite per la Polonia per lo sblocco dei fondi europei “sono al di sotto di quello che è necessario per garantire un’efficace tutela dell’indipendenza dei giudici e della magistratura e non tengono conto delle sentenze della Corte di giustizia dell’Ue” , hanno stimato i giudici.

Tali organizzazioni (Association of European Administrative Judges, European Association of Judges, Rechters voor Rechters, European Magistrates for Democracy and Freedoms) hanno presentato ricorso dinanzi alla Corte di giustizia della Ue chiedendo di annullare la decisione degli Stati e “impedire il rilascio dei fondi dall’Ue” per la Polonia. A metà giugno i ministri delle Finanze Ue hanno approvato il piano di ripresa polacco, dotato di 35,4 miliardi di euro di fondi europei, in cambio di un impegno “molto significativo” di Varsavia “sull’indipendenza della magistratura”. Il piano era stato bloccato per più di un anno a causa della contestata riforma giudiziaria attuata da Varsavia (28 agosto).

Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.