Bruxelles/Kiev (ANSA) – Il controcanto di Kiev al Giorno della Vittoria russo lo intona Ursula von der Leyen, visitando la capitale ucraina nel suo primo 9 maggio trasformato in Giornata dell’Europa. “E’ qui che i valori a noi cari vengono difesi ogni giorno”, ha sottolineato la presidente della Commissione europea arrivando in città dopo l’ennesimo attacco missilistico per incontrare il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. La Giornata dell’Europa – macchiata dalla morte di un giornalista dell’Afp, Arman Soldin, ucciso dal lancio di razzi nei dintorni di Chasiv Yar, vicino a Bakhmut, quotidianamente presa di mire dalle forze russe – è stata l’occasione per i due leader di fare il punto sui dossier più caldi tra Ue e Ucraina.
Primo tra tutti quello delle munizioni, fondamentali per permettere al Paese di sopravvivere all’invasione. “Ho ringraziato Ursula per la prontezza dell’Ue nel fornire all’Ucraina le munizioni necessarie”, ma resta “la questione chiave della velocità di consegna, perché ne abbiamo bisogno ora sul campo di battaglia”, ha esortato Zelensky. Da parte sua, Von der Leyen ha sottolineato che assicurare i proiettili all’Ucraina resta “la priorità” dell’Ue, impegnata nella consegna di munizioni dalle riserve degli Stati membri e nel promuoverne un’ulteriore produzione.
Altro tema chiave è quello delle sanzioni, con l’Ue che si appresta a varare il suo undicesimo pacchetto. “Contiamo sul fatto che venga approvato nel prossimo futuro. Una parte dovrebbe riguardare anche il settore nucleare” russo, è stato l’auspicio del presidente ucraino. In questo senso, Von der Leyen ha spiegato che la nuova tranche riguarderà “l’adozione di misure contro l’elusione” delle restrizioni in vigore per “chiudere le scappatoie esistenti”, ma la Commissione continuerà a spingere sugli Stati membri per varare misure anche contro Rosatom.
Sull’adesione dell’Ucraina all’Ue, per Zelensky “è tempo di una decisione positiva per aprire i negoziati, e contiamo sul fatto che a giugno venga presentata una valutazione positiva sui progressi dell’Ucraina”. A questo proposito, “fiducia” è stata espressa da Von der Leyen che ha evidenziato i “molti progressi fatti dall’Ucraina”. Così si guarda al mese prossimo per il report orale e a ottobre per quello scritto per una possibile apertura al negoziato di adesione entro l’anno. Kiev conta di chiudere la partita entro due anni, mentre di tempi molto più lunghi si parla negli uffici dei partner europei.
Come quando fu per la Germania nazista, “qualcuno potrebbe pensare che sia impossibile, improbabile e troppo lontano parlare di un’Ucraina libera e pacifica nell’Unione europea. Ma l’Europa significa rendere possibile l’impossibile, e così anche l’Ucraina”, ha sottolineato infine Von der Leyen al fianco di Zelensky. Una pace che però non significa impunità: entrambi i leader hanno infatti ribadito la necessità di costituire un tribunale speciale per il crimine di aggressione russo, in occasione di un vertice virtuale della coalizione che sostiene la proposta di Kiev (9 maggio).
Scholz, ‘serve un’Europa allargata, riformata, aperta al futuro’
Strasburgo (ANSA) – Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha chiesto “un’Europa geopolitica, un’Europa allargata e riformata, e, ultimo ma non meno importante, un’Europa aperta al futuro”. Intervenendo alla plenaria del Parlamento europeo in occasione della Giornata dell’Europa, Scholz ha sottolineato la necessità per l’Ue di “reggere la competizione globale con le altre grandi potenze”, aggiungendo che “gli Usa restano il nostro più importante alleato”.
“Se decidiamo a favore di un’Europa allargata allora bisogna riformarla per renderla capace di agire. Ecco perché bisogna confrontarsi con questa questione. L’allargamento può avere successo solo se si avrà una procedura di maggioranza qualificata nelle decisioni cruciale. Abbiamo bisogno di decisioni a maggioranza per poter agire”, ha spiegato il cancelliere, avvertendo dell’urgenza di affrontare la questione ora.
“E’ imbarazzante che venti anni fa abbiamo schiuso la prospettiva di un’adesione ai Balcani occidentali e oggi ancora non ci siamo. Servono le riforme necessarie per garantire un allargamento, ad esempio alla Macedonia del Nord”, ha spiegato. “Se non troviamo il modo di agire assieme l’Ue sarà irrilevante nel mondo”, ha puntualizzato (9 maggio).
Nuova lite con Parigi. Meloni, ‘hanno problemi interni’
Strasburgo (ANSA) – Nuovo scontro con Parigi sulla gestione dei migranti. Dalle colonne de Le Figaro, Stephane Séjourné, capo del partito del presidente francese Emmanuel Macron, ha attaccato la premier Giorgia Meloni accusandola di fare demagogia con una politica “ingiusta, disumana e inefficace”. “L’estrema destra francese – ha spiegato l’europarlamentare francese – prende per modello l’estrema destra italiana. Si deve denunciare la loro incompetenza e la loro impotenza”.
“Non è ideale usarci per regolare i loro conti interni, però ognuno fa le scelte che vuole fare”, ha replicato la presidente del Consiglio. Con l’avvicinarsi delle Europee il rischio è che quella della migrazione non sia più una materia relegata alla politica interna. Al Parlamento europeo Séjourné è a capo dei liberali di Renew che, dopo il voto del 2024, potrebbero fare da ago della bilancia per la formazione di una maggioranza a Strasburgo. Soprattutto se il dialogo tra il Ppe e le destre porterà ad un’alleanza vera e propria. L’obiettivo di Renew è rompere sul nascere il sodalizio, diventando l’ago della bilancia di un asse pro-europeista tra Popolari e Socialisti europei.
Affondo anche dalla Spagna: in un dibattito parlamentare, la vicepremier e ministra del Lavoro socialista Yolanda Diaz ha sottolineato che con il decreto Lavoro il governo italiano “ha mostrato di voler governare contro lavoratori e lavoratrici” per tornare al modello dei “contratti spazzatura”. Da Roma è intervenuto il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Spiace che la vicepremier spagnola interferisca nella vita politica italiana dando giudizi inaccettabili sulle scelte del governo. Le difficoltà elettorali del suo partito non giustificano offese ad un partner e alleato europeo. Non è questo il modo di collaborare”, ha twittato il titolare della Farnesina (10 maggio).
Ppe, accelerare i tempi per l’ingresso di Kiev nella Nato
Bruxelles (ANSA) – Concedere all’Ucraina un invito formale per l’ingresso nella Nato quanto prima e garantirne l’ingresso a guerra finita. E’ quanto chiede il Partito popolare europeo con un position paper rinominato ‘Carta di Varsavia’ che invita ad evitare l’esistenza di “Stati cuscinetto” e che questa sera, stando a fonti interne a Ppe, dovrebbe vedere il via libera finale di tutto il gruppo dei Popolari al Parlamento europeo. “Dare una prospettiva di lungo termine, come è successo a Bucarest (al summit dell’Alleanza del 2008, ndr) non ha funzionato”, ha spiegato il capogruppo Manfred Weber.
Per i popolari “una prospettiva forte e credibile di adesione alla Nato per l’Ucraina potrà influenzare i calcoli della Russia e persuadere le autorità russe a ritirarsi dall’Ucraina, creando le condizioni per una pace duratura in Europa. E’ giunto il momento di mettere fine al concetto di ‘Paesi cuscinetto”, “tali zone grigie tra la Russia e l’Occidente rappresentano una tentazione permanente per una Russia revisionista”, spiega il documento ideato dagli eurodeputati lituani Andrius Kubilius e Rasa Jukneviciene.
“Una futura adesione dell’Ucraina alla Nato porrebbe fine a tali vuoti di sicurezza”, spiega infatti documento al quale è stato dato il nome di Carta di Varsavia, proprio come il patto siglato dai sovietici nel 1955. Ma per i popolari gli effetti non si limiterebbero al solo territorio ucraino. “Un invito all’Ucraina a diventare membro della Nato manderà un segnale più potente a Putin e ai falchi imperiali più irriducibili in Russia per rendersi finalmente conto che l’Ucraina non è più alla loro portata”, favorendo la trasformazione “in una Russia post-Putin”.
Il documento del Ppe è chiaro anche sulle tempistiche. “Ci aspettiamo che il prossimo vertice di Vilnius apra la strada ad un invito formale all’Ucraina ad aderire alla Nato, e che il processo finale di adesione inizi dopo la fine della guerra e venga finalizzato il prima possibile”. Questa sera il gruppo avrà una riunione proprio sul position paper e per “trovare l’intesa finale sulla formula” da mettere nero su bianco, ha spiegato Weber nel corso di una conferenza stampa al Parlamento europeo (9 maggio).
Il Tribunale Ue boccia l’ok all’aumento di capitale di Lufthansa
Bruxelles (ANSA) – Il Tribunale dell’Ue ha deciso di annullare la decisione con la quale la Commissione europea ha approvato la ricapitalizzazione di Lufthansa da parte della Germania, per un importo di 6 miliardi di euro, nel contesto della pandemia di Covid-19. La decisione è stata presa in seguito a un ricorso presentato da Ryanair. La Commissione europea, secondo la sentenza emessa dal Tribunale dell’Ue, è incorsa in vari errori, in particolare ritenendo che Lufthansa non fosse in grado di reperire finanziamenti sui mercati per la totalità del suo fabbisogno e omettendo di esigere un meccanismo che incentivasse Lufthansa a riacquistare la partecipazione della Germania il più rapidamente possibile. La Commissione europea ha inoltre sbagliato negando l’esistenza di un notevole potere di mercato di Lufthansa in taluni aeroporti e accettando taluni impegni che non garantivano la salvaguardia di una concorrenza effettiva sul mercato (10 maggio).
Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.