Bruxelles (ANSA) – Un’ora di incontro circa per parlare di priorità che sono “nell’interesse dell’Italia e dell’Europa”. Da Bruxelles è questa l’indicazione che arriva sul bilaterale che si terrà a Roma tra la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e la premier Giorgia Meloni, al quale parteciperà anche il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto. Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza sarà tra i temi principali sul tavolo. L’Italia vorrebbe più tempo per la messa a punto dei target concordati con l’Ue. Il problema per il governo non è la quantità di risorse, ma il loro assorbimento. Difficilmente l’Ue accetterà di rinviare a oltre il 2026 la deadline del Next Generation.
L’Italia è in attesa che la Commissione dia la sua valutazione sulla richiesta della terza tranche di fondi, ma il nodo è di lungo periodo. Il Paese ha un problema endemico di assorbimento delle risorse europee, i rincari dovuti all’inflazione hanno complicato il quadro. L’Ue, di fatto, ha permesso di aggiungere un capitolo al piano, quello del RePower Ue, nell’ambito del quale all’Italia spetteranno circa 9 miliardi. Roma vuole un negoziato sulle modifiche più ampio. L’alveo giuridico è l’articolo 21 del Regolamento del Next Generation, la linea rossa suggerita dalla Commissione è non modificare riforme e macro-obiettivi.
Se il Pnrr è un tema caro soprattutto all’Italia il dossier degli aiuti all’industria Ue è la sfida che von der Leyen si è posta da qui alla prossima estate. L’obiettivo è creare un Inflaction Reduction Act europeo in risposta alle legge sull’inflazione americana, evitando però di andare allo scontro con Washington. Il tema sarà discusso in occasione del Consiglio europeo del 9 e 10 febbraio. Nelle riunioni dei rappresentanti dei 27 all’Ue, Roma ha avvertito del rischio che si nasconde dietro un liberi tutti sugli aiuti di Stato: agevolare chi ha uno spazio fiscale maggiore, come la Germania.
Altro dossier caldo sul tavolo del vertice è quello della migrazione di cui parleranno anche von der Leyen e Meloni. Passi avanti potrebbero arrivare nel breve periodo sulla dimensione esterna del dossier, sul quale la presidenza svedese vuole accelerare. L’obiettivo è elaborare un piano per i rimpatri e un Sistema di preferenze generalizzate (Spg) per i Paesi d’origine che cooperano, concedendo tariffe agevolate per i prodotti in via d’esportazione. E’ una strada in salita e dispendiosa sulla quale, tuttavia, c’è più o meno l’intesa di tutti in Ue. Intesa che resta invece lontana sul sistema dei ricollocamenti, sul quale l’Italia chiede, tra l’altro, più responsabilità da parte degli Stati che finanziano le Ong che operano nel Mediterraneo (8 gennaio).
Bruxelles chiede a Pechino trasparenza sui dati dei contagi Covid
Bruxelles (ANSA) – L’Ue chiede trasparenza alla Cina sui dati dei contagi Covid e sulla capacità del Paese di gestire l’epidemia, ma Pechino non ci sta e dopo la “forte raccomandazione” di Bruxelles agli Stati membri di introdurre test obbligatori prima dell’imbarco per i viaggiatori in partenza dalla Cina, chiede di non imporre nuove restrizioni. L’invito è invece a “lavorare insieme per proteggere i normali movimenti delle persone”, ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning.
Pechino ha anche invitato l’Organizzazione Mondiale della Sanità ad adottare una posizione “imparziale” sul Covid-19, dopo che ieri l’Oms l’aveva accusato di sottostimare i decessi e il numero dei malati causati dal virus. Le cifre di Pechino non convincono neanche l’Ue. Lo ha messo nero su bianco anche il comitato tecnico di esperti coordinato dalla Commissione (Health Security Committee): i numeri ufficiali sui 5.258 decessi Covid segnalati nella Cina continentale il 3 gennaio “potrebbero non rispecchiare la situazione reale”, si legge nel parere del comitato.
“La Cina deve condividere in modo trasparente i dati sulla sua situazione attuale. Possiamo affrontare la pandemia solo se lavoriamo a stretto contatto a livello di Ue e del mondo”, ha affermato la Commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides, definendo “essenziale” che le autorità di Pechino condividano “dati affidabili sull’evoluzione degli indicatori e delle sequenze del Covid”. “E’ il modo migliore – ha aggiunto – per essere preparati a qualsiasi situazione e individuare potenzialmente nuove varianti pericolose”.
Diversi Stati dell’Unione hanno già annunciato le restrizioni ‘fortemente raccomandate’ da Bruxelles. Dopo le misure già decise nei giorni scorsi in autonomia da Italia, Francia e Spagna, hanno annunciato l’obbligo di avere test covid negativo prima dell’imbarco anche Germania, Svezia, Belgio, Grecia, Austria e Paesi Bassi. Guardando ai voli passeggeri diretti operati tra Cina e l’Ue l’1 e il 2 gennaio solo la Finlandia sembrerebbe ancora mancare all’appello ed è attesa una decisione a breve (5 gennaio).
Svezia, non possiamo soddisfare richieste turche su Nato
Roma (ANSA) – La Turchia, che per mesi ha bloccato le richieste di adesione alla Nato di Svezia e Finlandia, ha avanzato richieste che la Svezia non può accettare. Lo ha affermato oggi il primo ministro svedese Ulf Kristersson. “La Turchia ha confermato che abbiamo fatto quello che avevamo detto che avremmo fatto, ma vuole anche cose che noi non possiamo e non vogliamo dare”, ha precisato Kristersson durante una conferenza sulla sicurezza a cui ha partecipato anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg (8 gennaio).
L’Ue condanna l’assalto alle istituzioni brasiliane
Bruxelles (ANSA) – L’Unione europea condanna l’assalto alle istituzioni brasiliane ed esprime solidarietà al neo presidente Luiz Inacio Lula da Silva. “Sgomento per gli atti di violenza e l’occupazione illegale del quartiere governativo di Brasilia da parte di estremisti violenti. Pieno sostegno a Lula e al suo governo, al Congresso e alla Corte Suprema Federale” viene espresso dall’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera Josep Borrell, in un tweet. “La democrazia brasiliana – ha aggiunto – prevarrà sulla violenza e sull’estremismo”. “Condanno fermamente l’assalto alla democrazia in Brasile. È una grande preoccupazione per tutti noi, difensori della democrazia. Il mio pieno sostegno al Presidente Lula, che è stato eletto in modo libero e correttamente”, ha commentato via social la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen (8 gennaio).
Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.