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Bruxelles (ANSA) – Alla vigilia del viaggio in Cina con il presidente francese, Emmanuel Macron, Ursula von der Leyen ha chiarito i contorni delle relazioni tra Bruxelles e Pechino. Nel discorso al Mercator Institute for China Studies e all’European Policy Centre, la presidente della Commissione europea ha messo in evidenza i punti di attrito tra l’Europa e il Dragone: dall’escalation nello Stretto di Taiwan alla crescente repressione interna sui diritti, fino “alla politica deliberata” atta a creare nel mondo una crescente dipendenza economica e commerciale da Pechino.

Tuttavia “è di vitale importanza garantire la stabilità diplomatica e l’apertura delle linee di comunicazione con la Cina. Non credo che sia percorribile – né nell’interesse dell’Europa – sganciarsi dalla Cina. Per questo motivo dobbiamo concentrarci sul de-risking, non sul de-coupling” ha spiegato von der Leyen avvertendo che “il modo in cui la Cina continuerà a interagire con la guerra di Putin sarà un fattore determinante per le relazioni”. 

Nei prossimi mesi l’Ue metterà in campo “nuovi strumenti difensivi” in settori come microelettronica, quantum computing, robotica, IA, biotech e beni a uso duale, mentre il Raw Materials Act, lanciato nei giorni scorsi, punta parallelamente a ridurre la dipendenza dell’Ue dalla Cina nelle materie prime critiche. Von der Leyen, infine, chiederà al presidente cinese Xi Jinping di modificare l’Accordo globale sugli investimenti siglato nel 2020 e non ancora ratificato. “Oggi – ha sottolineato – le nostre relazioni sono sbilanciate e sempre più influenzate dalle distorsioni create dal sistema capitalistico statale cinese” (30 marzo).

La Turchia ratifica l’adesione della Finlandia alla Nato. Stoltenberg, ‘alleanza più sicura’

Istanbul/Roma (ANSA) – Il parlamento turco ha ratificato i protocolli di adesione della Finlandia alla Nato. Dopo che il parlamento ungherese aveva approvato il 27 marzo l’entrata di Helsinki, con il voto di oggi la Turchia è l’ultimo Paese membro della Nato a dare il via libera all’entrata della Finlandia nell’Alleanza atlantica. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha accolto con favore “il voto della Grande Assemblea nazionale della Turchia per completare la ratifica dell’adesione della Finlandia. Ciò – ha scritto su twitter – renderà l’intera famiglia della Nato più forte e più sicura”.

Il presidente finlandese Sauli Niinistö ha ringraziato tutti i 30 Paesi membri della Nato per il loro “sostegno” alla sua imminente adesione all’Alleanza, dopo che giovedì sera il Parlamento turco ha dato il via libera, l’ultimo ancora necessario. “Voglio ringraziarli tutti per la loro fiducia e il loro sostegno”, ha dichiarato il capo di Stato del Paese nordico in un comunicato, auspicando l’ingresso “il prima possibile” della Svezia, anch’essa candidata ma ancora bloccata da Ungheria e Turchia (31 marzo).

I conservatori scalzano Marin, boom dell’ultradestra 

Bruxelles (ANSA) – Sanna Marin esce sconfitta dalle elezioni in Finlandia. La sua popolarità non è stata sufficiente ai socialdemocratici, che sono stati scalzati dai conservatori. Al termine di uno spoglio caratterizzato da un prolungato testa a testa, il leader della Coalizione nazionale Petteri Orpo ha rivendicato la vittoria. A far rumore anche il boom dell’estrema destra, che diventa la seconda forza del Paese e cresce ai massimi della propria storia.

La formazione del governo, tuttavia, resta un rebus. Nel voto per il rinnovo dell’Eduskunta, il parlamento monocamerale finlandese, con oltre il 96% dei voti scrutinati il centrodestra è accreditato per ottenere 48 seggi su 200 complessivi, mentre il partito nazional-populista ed euroscettico dei ‘Veri Finlandesi’ di Riikka Purra ne ottiene 46. Al partito socialdemocratico della premier uscente ne dovrebbero andare 43. 

Il voto ha diviso il Paese tra favorevoli e contrari ai tagli al welfare o alle misure di austerity per ridurre il debito, in un contesto di inflazione alle stelle e i timori di recessione. Su questa polarizzazione hanno perso voti tutti i partiti della coalizione che sostiene la giovane premier, con una debacle dei verdi e una tenuta sopra le attese solo del Centro (12,5%), che sarà decisivo nella formazione di una coalizione in cui anche un deputato fa la differenza (2 aprile). 

L’ex presidente del Kosovo Hashim Thaci a processo all’Aja per crimini guerra

Bruxelles  (ANSA) – A quasi venticinque anni dalla fine del conflitto in Kosovo, si apre lunedì all’Aja il processo che vede sul banco degli imputati l’ex comandante dell’Esercito di Liberazione del Kosovo (Uck), Hashim Thaci, accusato di crimini di guerra e contro l’umanità, tra cui uccisione, sparizione forzata di persone, persecuzione e tortura. I crimini riguardano centinaia di civili tra albanesi kosovari, serbi, rom e altre etnie, inclusi gli oppositori politici. Assieme all’ex capo di Stato, sono imputati anche altri guerriglieri dell’Uck, come Kadri Veseli, Rexhep Selimi e Jakup Krasniqi.

Thaci era divenuto negli anni uno dei più importanti leader politici del ‘Newborn’, il neonato Stato del Kosovo. Era stato il Gjarpëri (Serpente), suo nome di battaglia, a leggere la dichiarazione di indipendenza dalla Serbia il 17 febbraio 2008, divenendone uno dei simboli. A novembre del 2020 l’epilogo con le dimissioni dalla presidenza kosovara, seguite al mandato d’arresto spiccato dalla Corte speciale del Kosovo. Un tribunale ‘ibrido’ istituito nel 2015 con una legge del Parlamento kosovaro, ma composto da giudici internazionali per perseguire i presunti crimini commessi dall’Uck durante e dopo il conflitto.

La Corte è il risultato delle indagini svolte da una task force dell’Ue sulla base di un rapporto redatto dal senatore svizzero, Dick Marty, su mandato del Consiglio d’Europa in cui venivano denunciate le attività criminali condotte in particolare dal gruppo della Drenica, una delle cellule dell’Uck legate a Thaci. Tra le attività criminali denunciate, anche il traffico di organi al cui riguardo tuttavia la task force ha affermato di non avere prove sufficienti. L’intero processo scaturito è contestato dalla popolazione kosovara poiché getta ombre sulla guerra di liberazione del Kosovo contro la pulizia etnica ordinata dall’ex presidente della Jugoslavia, il serbo Slobodan Milosevic. Lo stesso Milosevic fu processato al Tribunale per i crimini nell’ex Jugoslavia, ma è morto prima che i giudici potessero emettere la sentenza (1 aprile).

Tensione sui corridoi della solidarietà dall’Ucraina, 5 Stati Ue scrivono a von der Leyen

Bruxelles (ANSA) – C’è tensione sui “corridoi della solidarietà” via terra organizzati dall’Ue per favorire le esportazioni agroalimentari dall’Ucraina. “Il significativo aumento delle forniture” da Kiev deprime i prezzi per gli agricoltori dei Paesi Ue limitrofi, denunciano in una lettera i primi ministri della Polonia, Mateusz Morawiecki, dell’Ungheria, Viktor Orbàn, della Romania, Nicolae-Ionel Ciuca, della Slovacchia, Eduard Heger e il presidente della Bulgaria, Rumen Radev, che hanno scritto alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen per chiedere aiuti straordinari e maggiore vigilanza, alludendo a possibili pratiche di dumping da parte di Kiev e chiedendo, in caso di mancata soluzione del problema, la reintroduzione dei dazi, sospesi per aiutare gli ucraini a svuotare i silos. Ieri, una prima tranche di aiuti da 56 milioni è stata assegnata formalmente a Bulgaria, Polonia e Romania. Ma Ungheria, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia hanno votato contro e la Croazia si è astenuta. Radev, Morawiecki, Orbàn, Ciuca e Heger chiedono fondi addizionali, automatismo nella loro erogazione, clausole di salvaguardia per la reintroduzione di dazi in caso di necessità (31 marzo).


Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.