“Penso onestamente che questa sia l’unica strada da percorrere. E mi piace molto l’idea che la Russia paghi per i danni che causa in Ucraina. Per me non c’è alternativa alla riparazione”, ha detto la premier danese Mette Frederiksen in una conferenza stampa congiunta a Stoccolma. Anche il suo collega finlandese Petteri Orpo ha definito l’uso dei fondi bloccati “l’unica soluzione ragionevole”.
Nessuno dei leader governativi presenti in Svezia ha risposto alla domanda se un prestito europeo congiunto potesse essere un’opzione per il finanziamento futuro dell’Ucraina. Neanche Von der Leyen lo ha fatto. “Questo è un proposta giuridicamente responsabile. Non banale, ma giuridicamente responsabile”, ha detto la presidente della Commissione riguardo all’uso dei fondi bloccati.
Von der Leyen sta lavorando a una proposta per attingere ai fondi bloccati della banca centrale russa per mantenere l’Ucraina a galla finanziariamente nei prossimi due anni. Si parla di una riparazione di 140 miliardi di euro che sarebbe finanziata con contante russo bloccato presso la società di intermediazione Euroclear a Bruxelles. Kiev dovrebbe restituire quel prestito solo quando la Russia avrà effettuato i pagamenti di riparazione all’Ucraina.
Il premier belga Bart De Wever ha rifiutato di approvare l’idea al recente vertice europeo. È particolarmente preoccupato per le conseguenze giuridiche e finanziarie per il Belgio e chiede chiarezza sulla base legale dell’intera operazione. Inoltre, il primo ministro esige garanzie che gli altri stati membri coprano tutti i rischi finanziari.
Alla fine, le conclusioni finali del vertice non contenevano alcun riferimento ai fondi russi bloccati. I leader hanno chiesto alla Commissione di proporre “opzioni per il sostegno finanziario” il prima possibile, in modo da poter trovare un accordo al loro prossimo vertice di dicembre.
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