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Bruxelles (ANSA) – “A seguito delle osservazioni di Silvio Berlusconi sull’Ucraina abbiamo deciso di annullare le nostre giornate di studio a Napoli. Il supporto per l’Ucraina non è facoltativo”. Così il capogruppo dei Popolari Europei Manfred Weber via Twitter. “Antonio Tajani e Forza Italia hanno il nostro sostegno e proseguiamo la collaborazione con il governo italiano sui temi dell’Ue”, aggiunge Weber. La riunione dei Popolari a Napoli era prevista per giugno e, stando a fonti interne al Ppe, era prevista la partecipazione di Berlusconi, della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Dopo le parole dell’ex premier sull’Ucraina però una nutrita pattuglia di eurodeputati popolari, principalmente dell’est Europa, ha fatto sapere a Weber di non gradire l’incontro con Berlusconi, spiegano dal Ppe. Dai Popolari sottolineano però che la fiducia in Forza Italia e in Antonio Tajani rimane intatta (17 febbraio).

Schnabel spinge per un nuovo rialzo dei tassi di interesse

Roma (ANSA) – C’è il rischio che i mercati sottostimino l’inflazione. A lanciare l’allarme è Isabel Schnabel membro del comitato esecutivo della Bce. “Siamo ancora lontani dal poter cantare vittoria”, ha detto in un’intervista, secondo quanto riporta Bloomberg. La reazione dell’economia agli aumenti dei tassi di interesse potrebbe rivelarsi più debole che in precedenza, e se questo traspare, ha spiegato, “potremmo dover agire con più forza”. Parole in contrasto con le affermazioni rilasciate ieri da Fabio Panetta che, invece, aveva frenato, evocando per la politica monetaria “il rischio di una restrizione eccessiva”. Considerato il livello attuale e “il livello e la persistenza dell’inflazione sottostante, un rialzo dei tassi di 50 punti base” per il mese di marzo “è necessario in base a praticamente tutti gli scenari plausibili al fine di riportare l’inflazione al 2%”, ha sottolineato Schnabel, osservando che “nell’area euro non è nemmeno iniziato un ampio processo di disinflazione” (17 febbraio).

Il gas scende sotto i 50 euro, è la prima volta da dicembre 2021

Na maanden onderhandelen bereikten de Europese ministers van Energie eindelijk een akkoord over de invoering van een dynamisch plafond op de groothandelsprijs van gas. - Foto: Jan Woitas/dpa-Zentralbild/dpa
Il gas scende sotto i 50 euro, è la prima volta da dicembre 2021 – Foto: Jan Woitas/dpa-Zentralbild/dpa

Milano (ANSA) – Il gas scende sotto i 50 euro per la prima volta da 17 mesi. Ad Amsterdam il prezzo ha toccato i 49,5 euro al megawattora, con una flessione del 4% e portandosi ai livelli di metà dicembre 2021. Dall’inizio dell’anno le quotazioni registrano una flessione del 34,7%. “L’Europa si è messa in una posizione di sicurezza, grazie alla riduzione della domanda di gas e alla massimizzazione delle alternative. Poi la stagione invernale particolarmente calda ha fatto il resto” commenta con l’ANSA Simone Tagliapietra, del think tank di Bruxelles sull’energia Brueghel. “Tuttavia, non dobbiamo sederci sugli allori, perché – spiega – la volatilità potrebbe ritornare, considerando che le condizioni del mercato globale del gas restano particolarmente strette quest’anno” (17 febbraio). 

Il 27 febbraio a Bruxelles incontro Kurti-Vucic con Borrell

Bruxelles (ANSA) – Lunedì 27 febbraio l’Alto rappresentante Josep Borrell convocherà a Bruxelles una riunione di alto livello del dialogo Belgrado-Pristina. Il Presidente della Serbia, Aleksandar Vučić, e il Primo Ministro del Kosovo, Albin Kurti, hanno confermato la loro partecipazione. L’Alto rappresentante, affiancato dall’inviato speciale dell’Ue Miroslav Lajčák, terrà incontri separati con i leader, seguiti da una riunione congiunta. L’incontro sarà incentrato sulla proposta dell’Ue sulla normalizzazione delle relazioni tra Kosovo e Serbia (17 febbraio).

La Commissione Ue chiude la procedura contro Varsavia su zone libere da Lgbt

Bruxelles (ANSA) – “Il 26 gennaio la Commissione europea ha deciso di chiudere la procedura d’infrazione contro la Polonia sulle cosiddette zone libere dall’ideologia Lgbt”. Lo spiega all’ANSA un portavoce dell’esecutivo comunitario, specificando che “continuerà a monitorare gli sviluppi sul campo”. “La Commissione – ha ricordato – ha avviato l’infrazione nel luglio 2021 perché la Polonia non ha risposto adeguatamente alla richiesta di informazioni sulla natura e l’impatto di tali zone”. “Le autorità polacche hanno poi fornito le informazioni richieste”, ha aggiunto il portavoce, spiegando che “molte ‘zone libere dall’ideologia Lgbt’ sono state revocate e alcune sono state dichiarate nulle dal tribunale amministrativo”.

La scommessa sull’integrazione vale 2800 miliardi di Pil

Bruxelles (ANSA) – L’Ue si trova davanti a un bivio. Se sarà capace di andare avanti sulla strada dell’integrazione potrà ottenere entro il 2023 un aumento supplementare del Pil – rispetto a quello previsto in assenza di nuove iniziative – di ben 2.800 miliardi e un ritmo di crescita medio del 2,9%. Se invece imboccherà la strada della frammentazione il valore del Pil scenderà di oltre 2000 miliardi e la crescita media sarà limitata allo 0,6%.

Questi i due scenari estremi che emergono dalle stime sul ‘valore aggiunto’ di politiche comuni che i 27 Paesi Ue potrebbero mettere in campo nei prossimi anni. Stime formulate dal servizio studi del Parlamento europeo in un documento appena pubblicato dedicato al tema del costo della ‘non-Europa’. L’analisi condotta parte dalla constatazione che in questi ultimi anni, in una situazione di ‘permacrisi’ e davanti a importanti sfide, l’Ue ha dimostrato come le azioni congiunte – gli acquisiti comuni di vaccini, il programma Sure contro la disoccupazione, il NextGenerationEu – abbiano conseguito risultati che da sole le singole nazioni non sarebbero mai state in grado di raggiungere.

Senza che ci sia bisogno di modificare i Trattati costitutivi dell’Unione, lo studio mette in evidenza che, sfruttando i margini di manovra già esistenti, una maggiore integrazione tra i 27 in 50 settori potrebbe portare non solo importanti progressi nel campo dei diritti sociali e dell’ambiente, ma anche benefici considerevoli in termini di maggiore crescita del Prodotto interno lordo. In questo scenario i margini di miglioramento maggiori sono nell’ambito del mercato unico, dove le azioni comuni darebbero alla crescita una spinta aggiuntiva pari a 644 miliardi. Particolarmente significativi sono anche i benefici che potrebbero essere generati da un’ulteriore integrazione delle iniziative per la transizione energetica verso l’obiettivo ‘zero emissioni’: 300 miliardi entro il 2030 e 730 miliardi per il 2050.

Con la creazione di oltre due milioni di posti di lavoro per il 2030 e altrettanti entro il 2050. Nel complesso, una transizione verde più integrata potrebbe generare in termini di Pil al 2023 circa 440 miliardi in più. Al terzo posto, nella lista delle macro aree in cui azioni collettive strategiche avrebbero un maggiore impatto positivo, c’è la transizione digitale. Qui interventi come l’armonizzazione delle regole sul commercio elettronico, la cybersicurezza, il sostegno alle digitalizzazione delle Pmi potrebbero fruttare benefici ulteriori, rispetto allo scenario del mantenimento dello status quo, per un totale di 348 miliardi di euro (18 febbraio).

Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.