Bruxelles (ANSA) – A meno di dieci giorni dal voto, il dialogo tra Ppe e Fratelli d’Italia – affiancati dai partiti di destra meno estremisti – sembra essere ormai travolto dall’avvicinamento della premier italiana, Giorgia Meloni, e della leader dell’opposizione francese, Marine Le Pen, incoronato dal premier ungherese, Viktor Orban. “Queste sono elezioni storiche. Fra 10 anni saranno viste come le elezioni che hanno deciso sulla pace o la guerra in Europa”, ha sottolineato il primo ministro, secondo il quale “il futuro della destra è nelle mani di Meloni e Le Pen”.
Orban e il suo partito Fidesz è il terzo elemento di un tridente che, secondo i rumors brussellesi, non troppo tardi potrebbe confluire in un unico gruppo. Al momento Meloni guida i Conservatori e Riformisti, Le Pen il gruppo di Identità e Democrazia, Fidesz permane nel limbo dei non iscritti. Il settimanale Economist ha dedicato la sua copertina a Ursula von der Leyen, Meloni e Le Pen. “Le tre donne che daranno forma all’Europa. Tre modi di affrontare il dilemma del populismo”, scrive il magazine britannico.
Guardando al trend della campagna elettorale, tuttavia, la coesistenza delle tre leader al potere nell’Ue appare difficile. Più Meloni e Le Pen si avvicinano, più per la presidente della Commissione uscente diventa arduo far digerire alla maggioranza europeista la presenza di FdI. Se poi a incoronare Meloni c’è Orban, considerato a Bruxelles alla stregua di un proxy del Cremlino, allora la distanza diviene incolmabile.
“Meloni è uguale a Le Pen, è un lupo travestito da agnello”, ha sottolineato il candidato del Pse Nicolas Schmit in un’intervista ad un gruppo di agenzia stampa, tra le quali l’ANSA, riunite nella European Newsroom. Rilanciando un messaggio che, da giorni, socialisti e liberali hanno recapitato a von der Leyen e al Ppe, il cui abbraccio alle destre – ha attaccato Schmit – “fa rivoltare De Gasperi nella tomba” (30 maggio).